Qualche informazione in più su ”dove vanno a finire” i soldi delle bollette

22 Maggio 2019 Bolletta
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Qualche informazione in più su ”dove vanno a finire” i soldi delle bollette

In generale, il venditore di gas, sia esso nel mercato libero o in quello di tutela, fattura in parte importi che servono alla sua attività di vendita e in parte importi che deve rigirare direttamente ad altri soggetti della filiera.

Le varie componenti della spesa per il gas naturale si possono dividere in quattro principali categorie, che corrispondono alle “Voci di spesa” che i fornitori devono necessariamente mettere in evidenza in bolletta:

1 | Costo per la materia energia

Si tratta dell’insieme di voci, alcune fisse (cioè un tanto al mese, qualunque sia il consumo) e altre proporzionali alla quantità consumata, legate direttamente al fatto che il fornitore acquista il gas all’ingrosso sui mercati internazionali e che vanno anche a remunerare le “attività di commercializzazione” (cioè tutte le attività che servono per i servizi commerciali, il personale che risponde al telefono a agli sportelli, la stampa e spedizione delle bollette, ecc…). Questa voce di spesa è quella sulla quale, nel mercato libero, il fornitore ha una certa libertà di fissare i prezzi, fissi o variabili e di applicare sconti.

2 | Costo per il trasporto e la gestione del contatore

Sono l’insieme delle voci legate ai servizi tecnici di distribuzione e trasporto del gas, tutto il sistema complesso di infrastrutture che serve per fare arrivare il gas da dove viene estratto fino al nostro contatore. La reti che trasportano e distribuiscono il gas devono essere mantenute efficienti e il livello di sicurezza deve essere garantito con standard severi (sul sito di ARERA si trovano vari documenti che descrivono le attività di controllo eseguite dalla Guardia di Finanza e i casi che sono stati sanzionati con multe anche elevate). La stessa voce va a coprire i costi legati alla misura e alla gestione del contatore. Tutte queste voci sono fissate periodicamente (la maggior parte cambiano una volta l’anno, alcune anche con cadenza trimestrale) e sono identiche per tutti in un’area geografica (il territorio nazionale è diviso in 6 aree). Ogni distributore fattura questi costi a tutti i venditori che hanno punti attivi nella sua area di competenza, ogni mese. Una parte sono poi versati dal distributore alla “Cassa per i servizi energetici e ambientali” (CSEA: un ente pubblico che riscuote alcune componenti tariffarie, alimenta dei conti specifici, erano 27 diversi conti per il settore gas nel 2015, ciascuno con una specifica destinazione). Passando ad un maggiore livello di dettaglio, attualmente (aprile 2019) le componenti di questa voce di spesa sono le seguenti:

  • Componente variabile QT: un importo per ogni Smc consumato, per il costo necessario a trasportare il gas (nelle tubazioni della rete nazionale di trasporto) fino alla “consegna” al distributore locale. Questa è l’unica componente di questa voce di spesa che il fornitore non versa al distributore locale, ma direttamente al gestore del trasporto nazionale.
  • Componente fissa t1: fissata annualmente, ha un valore espresso in per punto di riconsegna, e si differenzia a seconda della classe del contatore.
  • Componente variabile t3: fissata annualmente, è espressa in centesimi di euro per standard metro cubo (Smc), ed ha una struttura “a scaglioni” nel senso che vale zero per i primi 120 Smc consumati a partire dal primo gennaio di ogni anno, poi ha importi che decrescono al crescere del consumo.
  • Componente variabile RS: un importo per ogni Smc consumato, il cui gettito viene versato dal Distributore a CSEA e alimenta il “Conto per la qualità dei servizi gas” che eroga incentivi ai Distributori che ottengono specifici obiettivi di qualità.
  • Componente variabile UG1: un importo per ogni Smc consumato, il cui gettito viene versato dal Distributore a CSEA a copertura del meccanismo di “perequazione” che serve a fare in modo che i ricavi complessivi di ciascun distributore siano esattamente quelli calcolati in base ad una serie di parametri indipendentemente da quel che hanno ricavato dalla tariffa (in pratica questo meccanismo toglie ha chi ha ricavato di più e dà a chi ha ricavato di meno di quanto gli spettava e consente che tutti i distributori applichino la stessa tariffa anche se hanno caratteristiche diverse).

3 | Spesa per oneri di sistema

  • Componente RE: un importo per ogni Smc consumato, il cui gettito viene versato dal Distributore a CSEA e alimenta tre conti destinati al risparmio energetico e sviluppo fonti rinnovabili nel settore gas, alla realizzazione di reti di teleriscaldamento, allo sviluppo tecnologico e industriale.
  • Componente UG2: è composta da una parte variabile con un importo per ogni Smc consumato, che ha una struttura “a scaglioni” con prezzi differenziati all’aumentare del consumo a cui si sottrarre una quota fissa “negativa” mensile. Alimenta un conto destinato alla compensazione dei costi di commercializzazione.
  • Componente UG3: un importo per ogni Smc consumato, che serve a compensare alcuni oneri legati alla gestione della morosità. Sostanzialmente serve a remunerare una parte dei costi degli interventi che sono messi in atto dai distributori quando si arriva alla interruzione del servizio per morosità. Questo tipo di rimborsi sono erogati solo a fronte della dimostrazione di avere compiuto tutti gli adempimenti tecnici e legali necessari per far cessare comportamenti illeciti dei clienti morosi. Non sono in nessun caso riconosciuti importi ai venditori che coprano fatture non incassate dai clienti finali.

4 | Imposte

Le imposte che gravano sul gas sono di due tipi: le cosiddette “accise” che sono specifiche del gas naturale e sono calcolate in modo proporzionale al consumo e l’IVA che si applica su tutte le voci di imponibile, comprese le accise ed è pari all’aliquota agevolata del 10% per tutto l’imponibile relativo ai primi 480 Smc consumati ogni anno e pari aliquota ordinaria, oggi il 22% per le voci applicate ai successivi Smc e per le quote fisse. Questo per i clienti considerati “civili” mentre coloro che consumano il gas per usi considerati “industriali” non hanno la parte agevolata al 10% (ma hanno altre agevolazioni). L’IVA è versata ogni mese sulla base delle fatture emesse (indipendentemente dal fatto che siano state incassate). Tornando alle accise, sono versate ogni mese sulla base di un “acconto” calcolato pari ad un dodicesimo delle accise dell’anno precedente (l’erario intanto si mette dalla parte del sicuro e incassa), con conguaglio a fine anno in base al fatturato effettivo, e si dividono in:

  • Imposta di consumo: valida per tutto il territorio nazionale, con importi “a scaglioni” quindi che si differenziano al crescere del consumo annuo (i primi 120 Smc consumati ogni anno hanno l ‘aliquota più bassa). I valori attuali sono in vigore dal 1 gennaio 2008 e da allora non sono variati. Solo per i territori che erano compresi nella ormai abrogata “Cassa per il mezzogiorno” gli importi delle accise sono un po’ più bassi.
  • Addizionale regionale: anche questa ha importi che possono essere diversi per gli stessi scaglioni dell’Imposta di consumo, e sono fissati da ciascuna regione (al massimo possono essere pari alla metà dell’Imposta di consumo). Non è prevista per le regioni a statuto speciale e non è più applicata dalla Lombardia.

Tutto chiaro? Se hai dubbi o domande non esitare a scriverci nei commenti.

Il team SGR

Qualche fonte delle informazioni sopra riportate.

Per tutte le voci citate si possono trovare i valori attualmente in vigore per le tariffe di tutela sul sito di ARERA, nella pagina https://www.arera.it/it/prezzi.htm#gas

Per le imposte è disponibile il dato in https://www.arera.it/it/dati/gp30.htm

I riferimenti normativi per come sono composte le tariffe di distribuzione sono invece in https://www.arera.it/allegati/docs/16/775-16all_ti.pdf (il documento è lungo e molto complesso per i non “addetti ai lavori” ma all’articolo 40, si possono trovare le descrizioni delle voci) mentre per le tariffe di vendita il riferimento è https://www.arera.it/allegati/docs/09/tivg.pdf.

Su cosa si deve scrivere in bolletta e come riparte le voci può essere presa come riferimento la sezione del sito ARERA sulla Bolletta 2.0 e in particolare https://bolletta.arera.it/bolletta20/index.php/guida-voci-di-spesa/gas.

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